Worship Service 28.04.2024

Pastore Heros Ingargiola – La porta del cielo (PT.2)

Romani 12:1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.

Per permettere alle porte di benedizioni di aprirsi, dobbiamo ogni giorno offrire tutto noi stessi come un sacrificio vivente poiché questo è il vero culto, la vera adorazione che Dio gradisce.

Con il Nuovo testamento, l’espiazione dei peccati non avviene più con lo spargimento di sangue di un animale ma è la nostra stessa vita che presentiamo all’altare, come sacrificio. La nostra vita deve essere espressione di lode e adorazione, un profumo soave che sale al cielo.

Efesini 1:3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.

I sacrifici aprono le porte di ogni benedizione spirituale. Per questo, quando alcune porte rimangono chiuse è necessario  un sacrificio affinché l’atmosfera cambi!

Dove non c’è sacrificio, l’atmosfera non può  cambiare.

2 Cronache 7:14 se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò  dal cielo, gli perdonerò  i suoi peccati, e guarirò  il suo paese.

Il sacrificio che Dio richiede è essere umili, cercarlo, essere retti affinché possiamo vivere in comunione con Lui, godendo di ogni sua benedizione. Se ci siamo allontanati, Dio ci da la possibilità di ritornare a Lui e vedere le nostre aree della vita guarite.

Giovanni 1:45  Filippo trovò  Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe». 46 Natanaele gli disse: «Può  forse venir qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». 47 Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è falsità». 48 Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». 49 Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele». 50 Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». 51 Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo»

Natanaele è un esempio di uomo che ricevette la rivelazione delle porte aperte. Fu sconvolto perché Gesù gli diede alcune indicazioni di se stesso che nessuno poteva sapere: lo aveva visto seduto sotto il fico, prima che Filippo lo chiamasse. E poi la sua fede lo fece accedere ad un’altra rivelazione che Gesù decise di concedergli: il cielo aperto e gli angeli salire e scendere.

Dio vuole che tu abbia il cielo aperto su di te! Quando le porte del cielo sono aperte sulla tua vita, ne sei consapevole e tutti lo notano.

Il cristiano ha bisogno di vivere dei movimenti soprannaturali, di ricevere un tocco speciale che rivoluzioni le propria vita, proprio come accade a Natanaele.

Genesi 28:10 Giacobbe partì da Beer-Sceba e and  verso Caran. 11 Giunse ad un certo luogo e vi pass  la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò . 12 Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. 13 Il SIGNORE stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il SIGNORE, il Dio di Abraamo tuo padre e il Dio d’Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la dar  a te e alla tua discendenza. 14 La tua discendenza sarà come la polvere della terra e tu ti estenderai a occidente e a oriente, a settentrione e a meridione, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. 15 Io sono con te, e ti proteggerò  dovunque tu andrai e ti ricondurrò  in questo paese, perché io non ti abbandonerò  prima di aver fatto quello che ti ho detto».16 Quando Giacobbe si svegli  dal sonno, disse: «Certo, il SIGNORE è in questo luogo e io non lo sapevo!» 17 Ebbe paura e disse: «Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!» 18 Giacobbe si alzò  la mattina di buon’ora, prese la pietra che aveva messa come capezzale, la pose come pietra commemorativa e vi versò  sopra dell’olio. 19 E chiamò  quel luogo Betel; mentre prima di allora il nome della città era Luz. 20 Giacobbe fece un voto, dicendo: «Se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, 21 e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il SIGNORE sarà il mio Dio 22 e questa pietra, che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio; di tutto quello che tu mi darai, io certamente ti dar  la decima».

Anche Giacobbe fu visitato in modo tremendo e gli fu rilasciato la visione di una scala tra il cielo e la terra.

La scala è Cristo Gesù, il mediatore attraverso cui possiamo andare al Padre e godere di ogni benedizione e rivelazione celeste.

Giacobbe stava scappando da una situazione terribile: suo fratello Esaù voleva ucciderlo e vendicarsi perché gli aveva rubato la primogenitura per un piatto di lenticchie.

Questa storia ci insegna a non scambiare la primogenitura, cioè la tua eredità spirituale, con qualcosa che temporaneamente può  soddisfarci. Esaù fu un uomo distratto, poco vigile. Le sue attenzioni furono banalmente catturate da un bisogno carnale: un piatto di lenticchie e ci  lo condusse a perdere la benedizione.

Inoltre, possiamo imparare che anche se sbagliamo, come fece Giacobbe, Dio rimane fedele e non ci abbandona. Infatti, nella sua misericordia Dio apparve a Giacobbe e si rivelò come il Dio di Abraamo. La lettura di questi versi ci fa riflettere sul fatto che non dipendiamo dalle circostanze ma dal Cielo. Dipendi dal tuo Signore il quale non si fa scalfire da nessuna circostanza perché Egli è El Shaddai che significa colui che si prenda cura di te. Giacobbe aveva capito di aver sbagliato ed era pentito ma il patto gli garantì protezione.

Genesi 17:1 Quando Abramo ebbe novantanove anni, il SIGNORE gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro; 2 e io stabilirò  il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò  grandemente».

Dio si muove attraverso il Patto Abraamo di cui anche noi oggi siamo suoi discendenti.

Rimani nel Patto e custodisci la tua primogenitura: le porte del cielo sono aperte!