Worhip service 10.02.2019

DUE PRIORITA’ IN PREGHIERA seconda parte

Past.Evangelista Heros Ingargiola

Matteo 6.9 Voi dunque pregate così:”Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Nella preghiera modello che Gesù insegnò, diede una nuova rivelazione di Dio come Padre ed impartì due priorità fondamentali in preghiera. La prima è la relazione con Dio Padre. Il termine padre usato in questa preghiera fa riferimento ad una relazione padre-figlio perchè fino ad allora i giudei avevano una visione di Dio solo come colui che puniva il peccato. Dio è padre non solo per natura ma per grazia ed è così per tutti coloro che hanno ricevuto la signoria di Cristo nel proprio cuore, quando avviene questo si diventa figli di Dio, si riceve una nuova identità e si consapevolizza la propria appartenenza al Padre celeste. Dio è colui che provvede per noi tutto ciò di cui abbiamo bisogno infatti Lui ci nutre, ci protegge, ci guida e ci sostiene. Il peccato deforma e distrugge l’immagine dei figli di Dio e di conseguenza fa perdere la propria identità come tali, come avvenne al figliol prodigo ma la grazia di Dio si manifestò attraverso il padre che aspettò con pazienza il suo ritorno infatti Dio Padre ci ama incondizionatamente. È importante sottolineare che la grazia di Dio non è una licenza per peccare al contrario ci libera dal peccato, un figlio di Dio non deve peccare perchè non vuole dispiacere il cuore del Padre.
La seconda priorità analizzata nella preghiera modello è il messaggio del regno.
Matteo 6.10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.
Ci sono diverse categorie di persone: quelle che sono sempre legate al proprio al passato quindi non vivono il presente e ciò impedisce al regno di Dio di manifestarsi; altre che vivono proiettate solo al futuro, sognano ma anch’esse non vivono il presente. Dio è l’Iddio dell’ora e del presente, non possiamo vivere ancorati alle rivelazioni del passato ma ogni giorno Dio vuole darci nuove rivelazioni. Gesù è venuto e i suoi non l’hanno ricevuto perchè non hanno saputo discernere il tempo della visitazione. Possiamo correre il rischio di essere nella chiesa ma non di non essere parte di essa.
Giovanni 8.24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
Gesù stava parlando con il clero di quel momento( farisei, scribi,..) essi dovevano rappresentare Dio ma in realtà aggravavano le persone con le tradizioni, mettevano dei pesi e Gesù li riprese perchè non avevano saputo discernere i tempi della visitazione del Messia. Gesù parlò il loro linguaggio( attraverso ciò che loro conoscevano per mezzo della legge di Mosè) per tirarli fuori dalla loro religiosità e per dare una nuova rivelazione del regno ma loro non compresero. La tradizione è una delle armi che il nemico usa per tenere le persone prigioniere. Il termine religioso significa rilegato due volte. Il religioso fa le cose per abitudine e per tradizione non perchè ascolta lo Spirito Santo. La rivelazione della Parola di Dio è l’unico mezzo che dà la possibilità al religioso di uscire fuori dalla tradizione.
La chiesa deve camminare nella rivelazione di chi è Gesù.
Romani 1.16-17 Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Il Vangelo ha la potenza per salvare e rivelare la giustizia di Dio nel cuore delle persone. È fondamentale comprendere che dobbiamo predicare non i nostri pensieri, le nostre opinioni ma dobbiamo predicare la Parola di Dio con zelo e passione perchè solo essa ha la potenza per salvare. Ricordiamo che il cristianesimo non è una religione ma è un cammino fatto da relazione ma spesso anche i credenti vivono in un modo religioso e si chiudono in schemi umani e tradizionalisti.

La maturità nella vita del credente non è determinata dal tempo che trascorre in chiesa ma è determinata dalla rivelazione di chi è Dio e solo può cambiare la vita del credente.
La tradizione non permette di avere nuove rivelazioni e lega le persone ad un Dio storico, del passato e proprio per questo i tradizionalisti hanno paura delle cose nuove; la tradizione opprime le persone e le lega agli eventi del passato.

Luca 11.20 Ma se è con il dito di Dio che io scaccio i demòni, allora il regno di Dio è giunto fino a voi.
Anche in questi versi Gesù riprende la categoria dei farisei che lo accusavano di cacciare i demoni per mezzo di Belzebub, uno dei nomi di satana. Gesù gli fece comprendere che Lui stava facendo una cosa nuova perchè il regno di Dio si stava manifestando.
La tradizione non fa avere effetto e potenza alla parola di Dio infatti i religiosi erano invidiosi, mettevano Gesù alla prova, lo accusavano; i religiosi vivono solo di apparenza.
II Timoteo 3.5 aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati!
La mentalità religiosa annulla con la tradizione il comandamento di Dio infatti i religiosi sono pronti a giustificare la religione piuttosto che ubbidire a Dio.
Marco 7.6-7 E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com’è scritto:”Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Marco 7.13 annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte».
La tradizione allontana i credenti dalla grazia e li fa vivere nel legalismo, nel pregiudizio e nella critica.
Matteo 15.2-3 «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo». Ma egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione?
Non è la tradizione che libera le persone ma il comandamento di Dio.

Matteo 12.28 Ma se è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio.
Il regno di Dio per manifestarsi ha bisogno del legale rappresentante. Noi non possiamo essere strumenti del regno se non abbiamo comunione con il legale rappresentante del regno.
Lo Spirito Santo è il garante di ciò che Dio Padre ha stabilito e Gesù ha sempre camminato in piena ubbidienza a ciò che Dio gli mostrava di fare.
Giovanni 5.19 Gesù quindi rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente.
Quando abbiamo intimità, comunione con lo Spirito Santo ed ubbidiamo a ciò che Lui ci dice di fare allora permetteremo al regno di Dio di manifestarsi.
Lo Spirito Santo deve guidare la nostra vita e non il contrario, quando Gli permetteremo di guidarci allora si manifesterà il potere soprannaturale del regno.
Atti 10.38 vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
Luca 4.18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi.
Lo Spirito Santo è dentro di noi per il nostro bisogno ma deve essere anche su di noi per rispondere al bisogno di chi ci circonda.
La chiesa deve manifestare il regno di Dio! Noi non siamo stati salvati per essere legati a ciò che Dio ci ha dato o alla posizione ma per essere ambasciatori del regno e mostrare il potere soprannaturale di Dio.
L’unzione cresce nella nostra vita; l’unzione è cresciuta nella vita di Pietro al punto tale che anche la sua ombra guariva gli infermi. L’ombra non era la sostanza ma l’unzione che era nell’ombra manifestava l’unzione. L’unzione non è apparenza ma sostanza.
Dio si manifesta e rende pubblico che Lui ci ha scelto, che ci conferma e che Lui è con noi.
Dove arriva lo Spirito di Dio arriva il regno e dove arriva il regno arriva anche la Sua volontà.

Dio non può manifestare la Sua volontà se non decidiamo di annullarci e fare la Sua volontà. È necessario arrenderci a Dio ed al Suo volere per permettere al regno di Dio di manifestarsi con segni, prodigi e miracoli.
Una chiesa che vive nella tradizione non può manifestare il regno perchè è legata ad un Dio storico. Matteo 16.19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli».
Se noi permetteremo alla volontà di Dio di manifestarsi allora essa si manifesterà.
I pietro 4.3 Basta con il tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle gozzoviglie, e nelle illecite pratiche idolatriche.
Conoscere la volontà di Dio significa inclinare il nostro cuore per fare qualcosa, per desiderare qualcosa che ancora non abbiamo visto realizzato. Il nostro cuore deve abbandonare le cose del passato per inclinarlo alla ricerca della volontà di Dio e permettere che essa possa manifestarsi nella nostra vita.
Salmo 45. Tu ami la giustizia e detesti l’empietà. Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d’olio di letizia; ti ha preferito ai tuoi compagni.
Gesù si è arreso ed ha abbassato se stesso per fare la volontà di Dio e per questo Dio lo ha innalzato e tutte le volte che inclineremo il nostro cuore nel cercare e nel fare la Sua volontà allora Dio ci ungerà in una maniera nuova. Morire a noi stessi, alla nostra volontà, alle nostre idee ed opinioni è l’unico modo per vedere l’unzione nella nostra vita.
È tempo che ognuno di noi abbandoni il passato, le tradizioni, la religiosità, il proprio “io” se desideriamo essere realmente degli ambasciatori del regno ed allora potremo vedere la volontà di Dio fatta in terra come in cielo.