Worship service 02.02.2020

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DALLA PROMESSA ALL’EREDITA’

Profeta Ricardo Robles

Daniele 11.32 Egli corromperà con lusinghe quelli che tradiscono il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà.

La promessa è una direzione e non è un destino ma spesso le persone fanno della promessa un destino. Nell’arco della vita crediamo per alcune promesse specifiche e questo è giusto ma deve arrivare il momento in cui quella promessa si realizza e ciò deve accadere proprio nei nostri giorni migliori.

Dio fece una promessa al popolo quando lo portò via dall’Egitto ed era di farli entrare nella terra promessa, secondo gli studiosi quel tragitto doveva durare circa un mese perché il desiderio di Dio era che il popolo arrivasse alla terra promessa nel tempo migliore della propria vita ma il popolo impiegò 40 anni per arrivare. Dio vuole adempiere ciò che ci ha promesso nei nostri giorni migliori ma non tutta la vita sarà una promessa; Dio vuole trasformare la promessa in eredità! Questo non venne compreso dal popolo d’Israele e così Dio provvedeva ogni giorno per loro con la manna proprio perché voleva fargli comprendere che non dovevano accomodarsi in quella situazione di deserto infatti non era quello il destino che Dio aveva preparato per il popolo. Ci sono processi che si devono passare ma spesso rimaniamo concentrati sulle lacrime, sui sacrifici che facciamo dimenticando che questo non sarà per sempre perché è solo parte del processo. In questa nuova decade passeremo da ciò che Dio ci ha promesso verso quello che si adempirà quindi ci sarà un passaggio dalla promessa all’eredità. Quando Giosuè entrò nella terra non mangiò più manna ma iniziò a raccogliere il frutto. Arriva il tempo di vivere nell’eredità, nel tempo dell’abbondanza e non mangiare più solo la manna ma di entrare nella terra dove scorre latte e miele e mangiare dei frutti meravigliosi.

Per passare dalla promessa all’eredità ci sono alcuni passi:

  • Rivelazione.  Avere accesso a quello che Dio ha per noi, nei giorni che verranno.

Mosè inviò dodici esploratori nella terra promessa e quando arrivarono videro tante cose meravigliose: la terra era buona, fertile ma c’era un problema ovvero i giganti. Nessuno aveva mai ucciso un gigante e così il popolo ebbe paura e quella generazione perse l’eredità perché nessuno aveva mai abbattuto, ucciso dei giganti e per questo non si vollero cimentare nel farlo.  Così appare un ragazzo di nome Davide, il quale aveva rivelazione del Regno e di chi era il suo Dio , e non ebbe paura del gigante infatti  non lo chiamò mai con questo termine ma si rivolgeva a lui come all’incirconciso.

Saul non venne unto re con un corno ma Davide si e questo significa che se c’era un corno altresì c’era stato il sacrificio di un animale. Il ministero di Davide era sotto l’unzione del patto .

Saul e il sistema religioso dicevano a Davide che lui non poteva andare contro il gigante ma Davide era pienamente sicuro di poterlo fare perché lui sapeva di essere stato pastore di pecore. In quel tempo prima di essere pastore a tutti gli effetti, la mansione svolta era quella di assistente. Ogni sei mesi il pastore andava a compare un olio speciale che veniva messo sulle pecore per proteggerle dai parassiti (Quando la nostra testa è unta con l’olio ogni tristezza, ogni depressione, pensieri negativi andranno via) Durante l’assenza del pastore,  l’assistente rimaneva quindi a controllare le pecore e se riusciva a proteggerle dall’attacco del leone allora riceveva come ricompensa cento pecore, per tanto da quel momento diventava un pastore e se dopo arrivava un leone e il gregge veniva ancora protetto, per ricompensa riceveva mille pecore.

I cristiani a volte pregano chiedendo a Dio di essere liberati dalla critica, dalla prova, dal processo ma Davide sicuramente non pregò in quel modo, quando egli rimase da solo con le pecore da proteggere aveva fede e sapeva che quello non era il momento per rimanere nascosto ma per essere promosso. Davide conosceva il processo e sapeva che uccidere il gigante era l’ultima tappa per la sua promozione. Nella scrittura infatti si legge che Saul ne uccise mille ma Davide diecimila.

Quando ci troviamo di fronte ad un gigante abbiamo due possibilità: nasconderci o avere rivelazione.

Se quei dodici esploratori avessero avuto la rivelazione che un giorno i giganti fossero stati abbattuti e che un ragazzo avrebbe tagliato la testa a quel gigante, non avrebbero agito in quel modo.

Prepariamoci a fare quello che nessuno ha mai fatto, quello che nessuno ha mai raggiunto come fece Davide attraverso la rivelazione.  Se vogliamo iniziare a vedere quello che non abbiamo mai visto, dobbiamo iniziare a fare quello che mai prima abbiamo fatto.

La rivelazione è il manuale di Dio per fare quello che mai è stato fatto.

Quando Mosè stava fuggendo dall’Egitto aveva dietro l’esercito e davanti il mare. Nella cultura ebraica quando nasceva un figlio, gli si regalava un legno di acacia, un bastone dove si scriveva il nome del bambino che doveva indicare il destino che gli si voleva dare. Mosè aveva un bastone nelle sue mani e la versione originale della scrittura afferma che Dio gli disse di leggere ciò che era scritto nel bastone. Il nome Mosè significava salvato dalle acque. Quando nacque Mosè, c’era un decreto che i figli maschi dovevano essere gettati nelle acque affinchè morissero ma la madre riuscì a nasconderlo tre mesi, dopo venne lanciato nele acque ma si salvò. Dopo moltissimi anni si ritrovò nuovamente in pericolo con le acque e guardò il suo destino nel suo bastone con rivelazione. Dio aveva marcato il suo destino.

Il problema è che molti guardano il destino ma non riescono a codificarlo, così avvenne a Gedeone, a Geremia. La rivelazione è necessaria per vedere il destino che Dio ha preparato per noi.

Giacobbe venne ingannato dal suocero riguardo la figlia che doveva sposare ma lui ebbe rivelazione del suo destino e sapeva che Dio era dalla sua parte e che di tutto quello che lui avrebbe ricevuto, gli avrebbe dato la decima parte. Se abbiamo la fede per credere a quello in cui mai nessun ha creduto allora riceveremo quello che nessuno ha mai visto.

  • Fede.  Ci sono persone che hanno fede di chiesa e persone che hanno fede per questa stagione.

Ad esempio Marta e Maria non ebbero rivelazione perché quando Lazzaro si ammalò, Gesù gli disse che non era morte la malattia ma per glorificare il Padre ed esse non lo compresero. Un soldato italiano invece ebbe la rivelazione quando il suo servo si ammalò e sapeva che non era necessario che Gesù si recasse a casa  ma che bastava soltanto la Sua parola affinchè il suo servo potesse guarire. Gesù disse riguardo a quel soldato che mai aveva visto una fede così grande in Israele.

Dio è grande e si trova in ogni luogo, dobbiamo crescere in questa rivelazione. Non camminiamo più per visione ma per fede, la fede è per “ora” è per questa stagione.

Dobbiamo camminare per fede ed anche se il nemico vuole farci credere che la promessa è molto  lontana in realtà è molto più vicina di quello che crediamo.

            È finita la stagione dei segnali e delle conferme.

Il popolo che conosce il suo Dio vedrà cose grandi , come abbiamo letto nel verso di Daniele. Conoscere dal termine originale significa conoscere qualcuno attraverso quattro aspetti: osservazione, indagine, meditazione e il contatto diretto ed intimo. Molte persone sono nel livello dell’osservazione,  come Samuele. Vivono in chiesa ma  non conoscono realmente Dio.

I Samuele 3.7 Ora Samuele non conosceva ancora il SIGNORE e la parola del SIGNORE non gli era ancora stata rivelata.

Il secondo livello è l’indagine. Se vogliamo conoscere Dio dobbiamo andare alla Parola.

Il terzo livello è la meditazione. Quando Dio diventa il centro del nostro tutto.

Il quarto livello è l’intimità che si sviluppa attraverso la preghiera.

Se conosciamo realmente Dio non chiederemo segnali o conferme perché quello che ascoltiamo nell’intimità della preghiera sappiamo che procede direttamente da Dio.

Per colui che ha fede del regno, i segnali cammineranno dietro e Dio cambierà la velocità della fede.

Cresciamo nella rivelazione e nella fede perché il popolo che conosce intimamente Dio si mostrerà forte, conquistando e facendo cose che mai nessuno ha fatto prima!