Worship service 02.12.2018

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DALLA SERIE NATI PER COLLABORARE CON LO SPIRITO SANTO
TITOLO: L’OPERA DELLO SPIRITO SANTO NELLA VITA DEL CREDENTE 7 parte

Past.Evangelista Heros Ingargiola

Lo Spirito Santo desidera avere comunione con i credenti.
Conoscere la Parola di Dio senza averne rivelazione da parte dello Spirito Santo produce solo informazione nella nostra vita, abbiamo bisogno quindi che lo Spirito Santo ci aiuti ad interpretare ed applicare la Parola in noi.
II Corinzi 13.13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
I primi e gli ultimi versi dei capitoli della Scrittura rappresentano quelli più importanti perchè enfatizzano il concetto principale che viene trattato. L’apostolo Paolo esorta ed incoraggia la chiesa di Corinto; analizziamo il verso sopra citato: la parola Signore dal greco kirios significa signore, colui al quale appartiene una persona o una cosa, colui che ha il possesso, colui che è il proprietario, colui che ha il controllo di una persona. Non è possibile vivere nella grazia se Cristo Gesù non è il nostro Signore infatti abbiamo bisogno di crescere nella rivelazione che Gesù è il Signore. Egli ci ha riscattati dando la Sua vita per ciascuno di noi e adesso non apparteniamo più a noi stessi ma apparteniamo a Cristo ed Egli deve avere il controllo della nostra vita.
La parola grazia dal greco karis significa favore immeritato, beneficio, ricompensa, generosità, favore della pietà misericordiosa con cui Dio ha influenzato la nostra vita. La grazia di Gesù non ci ha resi schiavi ma figli, molti vivono con una mentalità di servo ma Dio desidera che possiamo avere l’identità di figli. La grazia ci ha liberato dall’accusa, dalla condanna e dalla vergogna. Giovanni 8.1-11 Gesù andò al monte degli Ulivi. All’alba tornò nel tempio, e tutto il popolo andò da lui; ed egli, sedutosi, li istruiva. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo. Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?» Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più».]
La legge accusa ma la grazia condona e giustifica. In questo episodio leggiamo che i religiosi, che non vivevano per grazia, furono subito pronti ad accusare ed a puntare il dito contro la donna ma a lei quel giorno venne rivelata la grazia attraverso Gesù.
Efesini 4.7 Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo.
Noi siamo stati innestati nella dimensione della grazia, che è una dimensione più alta della legge infatti essa non da soluzioni, speranza. Ognuno di noi ha ricevuto una misura di grazia ed essa crescerà nella nostra vita nella misura in cui avremo rivelazione di Cristo.
Efesini 1.6 a lode della gloria della sua grazia, mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell’amato suo Figlio.
Dio ci ha grandemente favoriti in Cristo e per Lui siamo preziosi.
I Giovanni 3.2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.
La grazia di Dio ci ha permesso di essere figli. Nella Sua grazia Dio ha stabilito che saremo conformi all’immagine di Gesù e questa è la più alta vocazione che un figlio di Dio possa avere. Essere figli implica l’appartenenza quindi noi apparteniamo a Dio e nel nostro spirito c’è il dna del nostro Padre celeste.

L’amore di Dio è soprannaturale ed incondizionato ed ogni persona ha bisogno di questo tipo d’amore. La chiesa deve trasmettere l’amore di Dio. L’amore agapeo non deve essere confuso con il buonismo cioè fare tutto ciò che si vuole, Dio è amore ma corregge i figli che ama.
La parola agape dal greco significa: amore incondizionato, affetto, buona volontà, amore fraterno.
Quando si fa agape infatti significa condividere con gli altri la propria persona ed anche dei cibi.
L’amore di Dio ha tante sfaccettature:
Amore che procede da Dio verso gli uomini. Non possiamo amare gli altri se non abbiamo ricevuto la rivelazione dell’amore di Dio nella nostra vita.
Amore di Dio verso Cristo. Dio ha manifestato in Cristo il Suo amore , onorandolo, accreditandolo, accompagnandolo, facendogli fare ciò che Lui aveva stabilito. Dio desidera manifestare il Suo amore verso di noi. Quando riceviamo l’amore di Dio diventiamo sempre più simili a Gesù.

Amore di Dio dagli uomini verso gli altri. Dio ci ha comandato di amarci gli uni gli altri. Cristo è la manifestazione dell’amore di Dio in persona e quando mostriamo quest’amore agli altri stiamo quindi manifestando Cristo.
I Corinzi 13.1-4 Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo. E se anche avessi il donodi profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova. L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia.
Amore degli uomini verso Dio. Noi possiamo amare Dio perchè Lui ci ha amati per primo. Tutte le esperienze che abbiamo vissuto nel passato, sia positive che negative, sono state permesse da Dio per attirarci a Lui e per permetterci di amarlo come Lui ha stabilito.
I Giovanni 4.18 Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è perfetto nell’amore.
Dio ci ama ed ha stabilito per noi che possiamo avvicinarci a Lui sempre di più e che Lui possa manifestare quest’amore in noi. Chi conosce realmente Dio non ha più paura perchè è consapevole di essere passato dalla morte alla vita.
Romani 5.5 Or la speranza non confonde, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Lo Spirito Santo ha sparso il seme dell’amore di Dio nel nostro cuore e quest’amore deve essere coltivato affinchè cresca e possiamo così manifestarlo agli altri.
Giovanni 15. 12-13 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato
voi. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici.
Dobbiamo uscire dall’egoismo e non pretendere che siano sempre gli altri ad amarci, è arrivato il tempo di imparare a dare amore e diventare altruisti. Gesù ci ha manifestato l’esempio più alto d’amore dando tutta la sua vita per noi, quando saremo pronti a dare la nostra vita per gli altri significherà che saremo arrivati al livello più alto di manifestazione d’amore.
Romani 13.10 L’amore non fa alcun male al prossimo; l’adempimento dunque della legge è l’amore.
Quando amiamo stiamo adempiendo la legge.
La comunione dello Spirito Santo. La parola comunione dal greco coinonia significa comunione, partecipazione congiunta, amicizia, intimità, contributo, associazione. Avere comunione significa essere parte integrante della chiesa.
Atti 2.42-43 Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere. Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli.
La prima chiesa viveva la comunione e tutti i credenti avevano un forte senso di appartenenza. Uno degli aspetti della coinonia era partecipare alle feste dell’agape, era un modo affinchè i poveri potessero beneficiare di ciò che i ricchi potevano fare. Un altro aspetto della coinonia è la relazione. Dobbiamo imparare ad avere relazione con Dio e con il corpo di Cristo.
Gesù portò una nuova rivelazione della relazione con il Padre, dove Dio venne presentato anche come Padre.

Matteo 6.9 “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
Un altro aspetto della coinonia è la comunione. C’è differenza tra relazione e comunione: la relazione è per sempre ed è strettamente connessa con ciò che siamo cioè figli; la comunione invece riguarda ciò che facciamo, infatti essa si può interrompere.
I Giovanni 1.5 Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna. Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi.
I Giovanni 2.1-2 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Quando pecchiamo viene interrotta la nostra comunione con Dio e non la nostra relazione, quindi per riprendere la comunione è necessario chiedere perdono affinchè Dio ci purifichi e ci perdoni. Un altro aspetto della coinonia è la trasformazione.
II Corinzi 3.18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore. Se abbiamo comunione con Dio saremo trasformati all’immagine di Gesù, quando contempliamo Lui non possiamo rimanere gli stessi.
Romani 8.29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli.
Dio ha un piano di trasformazione per le nostre vite e sta lavorando per questo.
La parola conforme usata in questo verso deriva dal greco eikon che significa avere una stessa radice ma hai un modello dove devi arrivare.
Se non c’è trasformazione non c’è somiglianza. Quando le persone guardano noi devo vedere Gesù. La trasformazione ci porta verso la maturità. Dio deve togliere ciò che non è stato piantato e deve rimuovere ciò che gli altri hanno messo in noi affinchè possa ricostruire e noi possiamo diventare all’immagine di Suo figlio.
Abbiamo bisogno di fare diminuire il nostro “io” affinchè Cristo cresca in noi.
Marco3. 13-19 Poi egli salì sul monte, chiamò presso di sé quelli che volle; ed essi si avvicinarono a lui. Quindi ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare, e avessero il potere di guarire le infermità e di scacciare i demoni. Essi erano: Simone al quale pose nome Pietro; Giacomo figliodi Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerges, che vuol dire: “Figli del tuono”; Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo, e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.
Molti credenti vivono per il servizio ma pochi vivono per la comunione. Prima di fare le cose per Gesù dobbiamo imparare a stare con Lui. Il servizio è una conseguenza della comunione con Dio infatti il rapporto con Lui deve essere prioritario.

Giacomo 5.13-15 C’è qualcuno di voi sofferente? Preghi. C’è qualcuno d’animo lieto? Canti inni di lode.Qualcuno di voi è infermo? Chiami gli anziani della chiesa, ed essi preghino su di lui, ungendolo di olio nel nome del Signore, e la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo risanerà; e se ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati.

Dio conferma quando noi stiamo con Lui.

Luca 22.15Allora egli disse loro: «Ho grandemente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi prima di soffrire,poiché io vi dico che non ne mangerò più finché abbia il suo compimento nel regno di Dio».Poi prese il calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e dividetelo fra di voi,perché io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finché il regno di Dio sia venuto». Poi, preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è il

nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi. Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è sulla tavola con me. Certamente il Figlio dell’uomo se ne va, come è stabilito, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è tradito!».

Anche in questo episodio leggiamo il desiderio di Gesù di stare con i suoi discepoli. Gesù desidera avere comunione con noi.

Tre aspetti della cena del Signore ( I Corinzi 11. 23-34) : l’aspetto del memoriale, cioè guardare indietro a ciò che Gesù ha compiuto sulla croce per ciascuno di noi; secondo aspetto è guardarsi dentro, esaminarsi davanti a Dio, Lui non ci chiama ad esaminare gli altri ma noi stessi; il terzo aspetto è guadare avanti al ritorno di Gesù, questa è la nostra speranza.

Impariamo a crescere nella grazia, nell’amore e nella comunione con Dio e con i nostri fratelli affinchè diventiamo all’immagine di Cristo Gesù e ci dirigiamo verso la maturità.