Worship service 1.12.2019

CREDERE NELLA VISIONE DI DIO

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Ognuno di noi è parte del sogno di Dio in questa generazione. Dobbiamo discernere i tempi in cui stiamo vivendo e di conseguenza agire per potere lavorare al progetto che Dio ha per questo tempo specifico.

Genesi 17.1-8 1 Quando Abramo ebbe novantanove anni, il SIGNORE gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro; 2 e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». 3 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: 4 «Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; 5 non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. 6 Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. 7 Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. 8 A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio».

Quando Dio ha un sogno cerca qualcuno a cui poterlo condividere e noi siamo entrati nel sogno di Abramo, Lui è stato stabilito come padre e noi siamo la progenie spirituale, questo in Cristo si è adempiuto. Quando incontriamo Dio, Lui ci innesta nel Suo meraviglioso progetto e stabilisce con noi un patto, quindi dobbiamo essere consapevoli che siamo parte di una visione eterna.

E’ molto importante comprendere e riconoscere se le visioni vengono da Dio. Dio diede ad Abramo la possibilità di vedere adempiuta la visione che Lui gli aveva dato. Abramo vide noi splendere nel cielo come le stelle, in modo profetico. La sabbia è l’eredità di Abramo secondo la natura ovvero il popolo d’Israele ma le stelle del cielo sono la promessa di Abramo come progenie spirituale cioè la chiesa. La visione che Dio diede ad Abramo fu soprannaturale, perché parlava di una progenie che si sarebbe susseguita di generazione in generazione.

Quando Abramo entrò nella visione di Dio, Egli prima di ogni cosa, gli cambiò il nome; quando incontriamo Dio anche a noi viene cambiato il nome. Tredici anni dopo la visione di Dio, Abramo ebbe un’apparizione da parte di Dio( teofonìa) dove gli rivelò il Suo proposito.

Quando entriamo nella visione, nel proposito di Dio, entriamo in un progetto ma anche in un processo, esso non è un optional ma una necessità. Se vogliamo essere parte del progetto non possiamo esimerci dal processo di cambiamento e tantomeno possiamo dire a Dio di cambiarci senza collaborare con Lui per favorire il nostro cambiamento. Il processo è un lavoro di squadra, dove decidiamo di collaborare con Dio e con le autorità, non dobbiamo fermare il processo perché esso è fondamentale per la realizzazione della visione di Dio. Contemplare Dio ci permette di potere cambiare.

Dio, che è l’onnipotente, farà per noi l’impensabile come fece con Abramo. La potenza di Dio si manifesta nella vita di un credente che ha subito un processo. Per esempio Giacobbe, il cui nome significa soppiantatore, pensava di essere furbo ed astuto, non aveva subito un processo e come sappiamo rubò con inganno la primogenitura a suo fratello. Un giorno Dio portò Giacobbe a Peniel, tutta la notte Giacobbe combattè contro Dio e nel momento in cui ammise chi era realmente, Dio gli cambiò il nome: da Giacobbe ad Israele che significa principe governato da Dio. Ammettere chi siamo è necessario per permettere a Dio di cambiare il nostro destino. Il nome ha un valore molto importante per gli ebrei perché identifica il progetto e determina il destino di una persona. Quando incontriamo Dio e favoriamo il nostro processo di cambiamento, lasciandoci governare da Dio e non dalle nostre emozioni allora il nostro destino verrà cambiato.

Esistono vari tipi di visione: la visione personale, familiare, della chiesa locale e nazionale. Dobbiamo lavorare in sinergia con il proposito finale della visione. La nostra visione personale non può essere quindi contrapposta a quella della chiesa locale, perché essa a sua volta lavora in sinergia con il progetto della chiesa nazionale. Dio desidera collaborazione ed unità marciando verso un’unica direzione.

Cinque chiavi per adempiere ed interpretare una visione.

  1. Preghiera

Habacuc 2.1-3  Io starò al mio posto di guardia, mi metterò sopra una torre,
e starò attento a quello che il SIGNORE mi dirà, e a quello che dovrò rispondere circa la rimostranza che ho fatta. 2 Il SIGNORE mi rispose e disse: «Scrivi la visione, incidila su tavole, perché si possa leggere con facilità; 3 perché è una visione per un tempo già fissato; essa si affretta verso il suo termine e non mentirà; se tarda, aspettala; poiché certamente verrà; e non tarderà.

Quando si riceve una parola, sogno o visione bisogna pregare e attivare la nostra fede se realmente crediamo in ciò che Dio ci ha detto perché come è scritto nella Parola, i violenti ereditano le promesse di Dio. Cosa dobbiamo fare quando Dio ci dà una visione? Dobbiamo prima di ogni cosa pregare chiedendo a Dio se è qualcosa che viene da noi o da Dio. La vita di preghiera non è un dovere e se lo vediamo come tale è perché abbiamo un cuore da servi e non figli, il nostro tempo di preghiera deve crescere nella qualità.

  1. Aspetta la rivelazione chiara che Dio ha da dare.

Molti ricevono una visione ma poi non hanno una rivelazione chiara di ciò che devono fare per questo è necessario stare alla presenza di Dio, chiedere la rivelazione e aspettare i tempi della realizzazione.

  1. Agire secondo ciò che Dio ha mostrato.

Se non agiamo non riusciremo a realizzare ciò che Dio ci ha detto. Il successo nella nostra vita è determinato dalla parola che Dio ha detto sulla nostra vita.

Giobbe 33.14 Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada.

Concentriamoci su ciò che Dio dice.

  1. Collabora con Dio lasciando che Egli adempia la visione.

Non possiamo essere concentrati  su qualcosa che non viene da Dio, la testardaggine infatti è paragonata all’incredulità. Per tredici anni Dio non parlò con Abramo perché credeva che la promessa era già adempiuta in Ismaele. La promessa di Dio non possiamo realizzarla con le nostre forze ma se la visione viene da Dio sarà Lui stesso a muoversi affinchè si adempia. Quando Dio non ci parla, lasciamoci consigliare dalle autorità e siamo ubbidienti perché questo aprirà le porte alla benedizione.

Se Dio ha una visione e trova uomini e donne che credono in quella visione allora si adempirà.

  1. Non perdere la fiducia anche se tarda.

Quando una promessa o una visione ritarda, il nemico ruba nel credente la fiducia verso Dio. Aspettiamo e continuiamo a credere perché Dio non mente e nessun ostacolo impedirà alla visione soprannaturale di realizzarsi.

Dopo che Abramo morì all’età di 120 anni, il sogno e la visione non si erano ancora adempiuti e così la visione venne trasferita ad Isacco e poi ad Israele ed a Giuseppe che ebbe dei sogni che riguardavano il progetto per un’intera nazione.

Genesi 37.5-8 Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; allora questi lo odiarono più che mai. 6 Egli disse loro: «Ascoltate, vi prego, il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo ai campi, ed ecco che il mio covone si alzò e restò diritto; i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli s’inchinarono davanti». 8 Allora i suoi fratelli gli dissero: «Regnerai forse tu su di noi o ci dominerai?» E l’odiarono ancor di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.

Un proposito senza un processo non avrà realizzazione ma un proposito con un uomo che entra nel processo avrà la sua realizzazione. Non dubitiamo della visione, del sogno che Dio ha dato perché anche se non sarà facile realizzarlo, rimanendo nel processo vedremo l’adempimento del progetto di Dio.