Worship service 18 12 2016

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FEDE  E COMUNIONE

Past. Ev. Heros Ingargiola

Il culto di questa domenica inizia con ringraziamenti a Dio che in questo anno è stato fedele e buono ed è andato al di là di ogni aspettativa in maniera smisurata. Il rhema dell’anno 2016, che sta quasi per volgere al termine, è stato infatti: “anno della pienezza e della moltiplicazione”.

EFESINI 3.14 Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, 15 dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, 16 affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, 17 e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, 18 siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo 19 e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
20 Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.

Dio si muove dove c’è fede! Anche se si sta attraversando un momento difficile, dobbiamo avere fede che Dio è potente da potere cambiare ogni circostanza e andare al di là. Dove c’è Dio coinvolto, c’è benedizione infatti la parola di Dio afferma che invano si affaticano gli edificatori se Dio non è con loro. Dio è l’Onnipotente e desidera fare smisuratamente nella nostra vita, quindi entriamo nella dimensione dell’abbondanza e della prosperità (prosperi significa benedetti al punto di essere fonte di benedizione per altri).

ATTI 2.41 Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.
42 Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. 43 Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. 44 Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune;

In questo episodio della scrittura vediamo la nascita della chiesa, questo è il primo effetto dopo il giorno di Pentecoste. Fede e comunione devono camminare insieme per potere vivere una vita soprannaturale.

“Molti sono i chiamati, ma pochi sono gli eletti”, Gesù ha affermato ciò, perchè spesso accade che molti  iniziano il cammino cristiano con zelo, passione, ma a motivo della poca perseveranza iniziano a rallentare il loro cammino. La vita del credente può essere paragonata ad una competizione di resistenza, non di velocità. Nella competizione di resistenza non è necessaria la potenza muscolare, ma la potenza della volontà. Dobbiamo chiederci a questo proposito: la nostra volontà è stata sempre costante? Quando parliamo di fede, intendiamo un cammino di fede e per questa è necessaria costanza.

GIACOMO 1.4 E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

Dio desidera che i suoi figli camminino con perseveranza. Le circostanze, il passato cercano di ostacolare il nostro cammino cristiano e ci allontanano dalla perseveranza e dalla preghiera. L’incoraggiamento che viene dato alla chiesa è che noi siamo destinati a vincere e trionfare e che adempiremo il proposito di Dio per la nostra vita. Siamo nati per proseguire la nostra gara ed essere primi non nei riguardi degli altri bensì nella nostra stessa vita. La nostra nascita è già segno di vittoria, non ci lasciamo scoraggiare dalle circostanze e andiamo avanti con perseveranza. Perseveranza significa costanza, fermezza nel perseguire gli scopi, tenere fede ai propositi prefissati. Dobbiamo avere fede nel proposito di Dio!

EBREI 12.1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, 2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

Il peccato, i pesi, le circostanze cercano di influenzare la nostra vita, ma noi siamo nati per influenzare gli altri, non deve avvenire al contrario. Se vuoi resistere devi tenere gli occhi su Gesù, autore e compitore della tua fede. Non tenere lo sguardo sugli uomini naturali perchè questo porta disorientamento, poichè l’uomo non è perfetto, l’unico perfetto è Gesù. Guardiamo a Lui, perchè ha vinto e ha trionfato e ciò è un esempio per noi.

Essere perseveranti è fondamentale per la crescita e per andare verso la maturità. In cosa dobbiamo essere perseveranti? Nell’ascoltare gli insegnamenti. Alcune persone credono di essere già arrivati all’apice del loro cammino e che non hanno più bisogno di ascoltare insegnamenti, ma dobbiamo precisare che nel cammino cristiano c’è sempre bisogno di imparare. Altre persone credono di potere ricevere solo da Dio e non ascoltano i consigli degli altri (Mosè nonostante parlava faccia a faccia con Dio, ebbe l’umiltà di ascoltare i consigli del suocero). Altri ancora cercano di attingere da diversi insegnamenti, ma per questo è necessario constatare che essi siano in accordo alla Parola di Dio, poichè ricordiamo che la voce di tutte le voci è la Parola di Dio.

MARCO 12.28 Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti?» 29 Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore. 30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. 31 Il secondo è questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questi».
Il primo comandamento che Dio diede al popolo d’Israele fu quello di ascoltare. Per alcuni credenti ascoltare è diventata un’azione secondaria, poichè vorrebbero che Dio risponda subito alle loro preghiere, ma Dio non è un distributore automatico da cui ricevere tutto e subito. Bisogna sapere ascoltare e aspettare. Ascoltare significa udire e prestare l’attenzione dovuta per ricevere la comunicazione e per poterla dichiarare e agire su essa. Ascoltiamo bene ciò che Dio dice e non confondiamo le nostre emozioni o desideri con ciò che Dio dice realmente.

LUCA 8.18 Attenti dunque a come ascoltate: perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto».

Chi ascolta è paziente. Attenzione alle scelte prese per la fretta. Per ricevere di più da parte di Dio, dobbiamo ascoltare di più, quando facciamo questo entriamo nel soprannaturale e iniziamo ad agire per fede.

ROMANI 10.17 Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

Per gli ebrei c’è differenza tra udire ed ascoltare. Ascoltare infatti è udire, elaborare nella mente, fare scendere nel cuore, ripetere le cose udite e poi metterle in pratica. Se ascoltiamo attentamente, non saremo uditori dimentichevoli, ma facitori della Parola. La Parola di Dio arriva per produrre fede e portare cambiamento. Se vediamo che nella nostra vita le situazioni non cambiano mai, è bene allora analizzarci e comprendere se siamo semplici uditori o facitori della Parola di Dio.

MATTEO 9.35 Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. 36 Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37 Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai.

L’insegnamento forma il carattere del credente. Gesù non solo predicava, ma insegnava gli insegnamenti che venivano direttamente dal cielo.

II TESSALONICESI 2.15 Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.

L’apostolo Paolo afferma che bisogna stare fermi sull’insegnamento della Parola di Dio, questo produce in noi stabilità.

I TIMOTEO 4.13 Àpplicati, finché io venga, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento. 14 Non trascurare il dono che è in te e che ti fu dato mediante la parola profetica insieme all’imposizione delle mani dal collegio degli anziani. 15 Òccupati di queste cose e dèdicati interamente ad esse perché il tuo progresso sia manifesto a tutti. 16 Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.

Timoteo era un ministro molto giovane e l’Apostolo Paolo lo incoraggiava ad applicarsi all’insegnamento. Noi non siamo nati per essere in competizione con gli altri; la gara che stiamo percorrendo è una sfida verso noi stessi ed è per noi stessi che dobbiamo vincere. Dobbiamo applicarci alla parola di Dio e questo produrrà benefici non solo a noi stessi, ma anche agli altri. Vivere e praticare la Parola ci permette di vedere miracoli nella nostra vita.

Non lasciamoci scoraggiare dagli eventi della vita, noi siamo più che vincitori in Cristo. La nostra fede e la nostra perseveranza ci faranno vincere nella gara della vita, non saremo soli ad affrontarla perchè Dio sarà sempre al nostro fianco per sostenerci ed incoraggiarci a non mollare. Chiesa vinci e trionfa insieme a Gesù!.