Worship Service 30.01.2022

https://youtu.be/jSa5hYkzJx0 EFFETTO DOMINO Pastore Umberto Nettuno MATTEO 6:33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Questo è un versetto chiave per la nostra vita perché spesso siamo abituati a fare e a cercare molte cose, ma Gesù ci insegna cosa cercare! L’effetto domino fa si che dei tasselli messi uno dietro l’altro di misura sempre maggiore possano essere fatti cadere uno per volta con una sola piccola spinta iniziale. È stato studiato che con un tassello di 50 cm si può creare una forza tale da abbattere la Torre Eiffel! Forse ci stiamo affaticando per tante cose, come Gesù disse a Marta, ma una sola cosa è necessaria, quella piccola spinta: cercare prima il Regno! Ascoltiamo la Sua voce, sforziamoci di riposare. La Bibbia inizia dicendo “Nel principio, Dio” perché prima di ogni altra cosa è Dio. Tutto inizia con Dio non con quello che noi dobbiamo o vogliamo fare. Se Lui è prima, ogni cosa ci sarà sopraggiunta perché ogni cosa è in Lui. Questo ci libera dagli affanni e dallo stress! Invano si affaticano gli operatori se l’Eterno non edifica, ma Dio dà al giusto mentre dorme! Quando riposiamo, il Signore lavora. Organizziamoci e occupiamoci di ciò che possiamo fare ma non preoccupiamoci perché Dio si prenderà cura del resto. Ecco tre tasselli che producono un affetto domino nella nostra vita.
  1. Conoscere Lui. Non si tratta di una religione o di metodi, ma una santa e pura comunione con Gesù. Sarà proprio quando conosciamo chi è veramente Lui che avremo la rivelazione di chi siamo noi. Cerchiamo Dio più di ogni altra cosa, non ciò che ci può dare ma ciò che Lui è, proprio come Ruth seguì sua suocera. Il Signore ci ha dato la vita, Lui non è un optional della nostra vita, Lui è la vita! I sogni che vengono dallo Spirito Santo vengono concepiti alla Sua presenza ma affinchè ci sia il concepimento serve intimità. La nostra priorità più di ogni altra cosa sia conoscere il Signore!
  2. La Chiesa. Gesù ci trasporta in Chiesa perché è il Suo Corpo. Il Signore non ci mette in disparte perché altrimenti saremmo preda facile. Egli ci ha promesso che Lui stesso avrebbe edificato la Sua Chiesa e che il diavolo non la potrà mai fermare! Quando Gesù apparse a Saulo mentre questo perseguitava la Chiesa, Gesù si identificò nella Chiesa stessa chiedendogli “perché mi perseguiti?”. Ma Saulo stava perseguitando la Chiesa! La Chiesa è la Sposa di Cristo per questo stiamo attenti ad Essa! Una cosa è peccare fuori la Chiesa ma un’altra è peccare contro la Chiesa. L’apostolo Paolo disse “chiunque guasterà il tempio, Dio guasterà lui”. Ogni volta che qualcuno cercherà di edificare su qualcosa di diverso dal fondamento, che è Cristo, Dio stesso interverrà. Dio è il Signore e il padrone della Chiesa. Essere piantati in una chiesa è diverso dal semplice recarsi in quel luogo. Nessuna pianta potrà portare frutto se non è ben radicata. Il motivo per cui gli alberi Bonsai non crescono e non portano frutto è perché prima che crescano gli vengono tagliate le radici. Ma Gesù disse che il Padre è glorificato dal nostro portare molto frutto, non dalla nostra apparenza. Gesù maledisse il fico perchè aveva solo apparenza: rami con foglie ma senza frutto. Successivamente sappiamo che arrivò al tempio dove ribaltò tutto ciò che non raffigurava la Sua Casa Celeste. Gesù è interessato alla sostanza nella nostra vita! Esserre piantati in una comunità significa sottomettersi a quella visione. Servire e non servirsene. Siamo attratti da chi è simile a noi ma abbiamo bisogno di chi è diverso da noi perché chi è diverso aggiunge alla nostra vita. Mentre serviamo la casa di Dio, Egli si prende cura di noi. Il Signore disse a Davide che poiché egli aveva avuto in cuore di costruirgli una Casa, Lui stesso avrebbe costruito una casa a Davide. Che lo zelo per la Casa di Dio ci consumi!
  3. La croce.
LUCA 9:57-62 Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59 A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio». 61 Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli disse: «Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio». Ci sono due tipi di croci: quella dei ladroni, di disubbidienza e quella di Gesù, di proposito. In questi versi troviamo alcuni ostacoli per cui le persone non prendono la propria croce e non seguono Gesù. il primo è la posizione. Il lavoro che Dio ci ha dato è solo una piattaforma per predicare il Vangelo ed essere di benedizione. Ognuno di noi ha una piattaforma, una barca, qualcosa che Dio ci ha dato nelle mani. L’unico posto in cui Gesù posò il capo fu nel centro della volontà di Dio. Se cerchiamo Gesù per una comodità non riusciremo a servirlo. Se solo riusciremo a capire che Lui stesso è la ricchezza, riceveremo molto di più. Nello standard umano Gesù viene valutato un fallito, non aveva casa, lavoro, famiglia, figli, eppure era la benedizione che camminava, Colui che ha il Cielo e la Terra nelle mani. Lui ha voluto mostrare all’uomo la vera ricchezza: seguire il Signore. Un altro ostacolo è la priorità. Oggi è il tempo di lasciare le cose di questo mondo e seguire il Signore. Oggi è il tempo, il domani non ci appartiene. Un ulteriore ostacolo è la procrastinazione. Procrastinare a domani non è saggio e ci porterà lontano dal proposito. La Bibbia ci insegna che l’uomo si affatica per molte cose ma una sola cosa è necessaria: temere Dio e camminare con Lui. Siamo stati creati con un destino, seguiamo il Signore più di ogni altra cosa! A volte la chiesa ci sembra troppo imperfetta ma questo perché nessuno di noi è perfetto. Se vediamo qualcosa di mancante, Dio ce la fa vedere non per giudicare ma per farci riempire quel vuoto. Se sappiamo di essere nel luogo dove Dio ci ha piantato, nessuno potrà impedirci di portare frutto. E quando il diavolo cercherà di sotterrarci significa che non ha messo in conto che siamo dei semi: possiamo portare frutto solo se sotterrati! Non rinneghiamo il processo. Dio diede un sogno a Giuseppe ma per prepararlo a quel sogno ci mise anni. Il problema è la preparazione. Dio doveva essere sicuro che Giuseppe sarebbe stato forte da perdonare i suoi fratelli. Se Giuseppe avesse avuto rancore nel suo cuore non avrebbe potuto adempiere il proposito di Dio di preservare una nazione dalla carestia. Dio ha potuto avere fiducia in Giuseppe quando questo non stava più vivendo per i suoi sogni ma per quelli del faraone. Quando iniziamo a vivere per il sogno che Dio dà a un uomo che Lui ha messo nella nostra vita, allora il nostro sogno si realizzerà. Questo perché non si tratta di noi ma di Dio che vuole fare del bene a una generazione. Quando un giorno andremo davanti a Lui con la nostra corona di giustizia e lanceremo anche quella ai piedi del Signore, ecco che lì ci renderemo conto ancora di più che la nostra ricchezza non è la corona ma poter contemplare la gloria di Dio. Egli è Colui che ci ha formato e solo quando lo troveremo, troveremo il vero noi perché il nostro destino è in Lui. Non dobbiamo pensare ad altro che a seguirlo e ogni cosa ci sarà sopraggiunta!