Worship service 30.06.2019

Past. Evangelista Heros Ingargiola

Le 7 Attitudini : ASPETTATIVA

ABBI ASPETTATIVA
Dio è IL CREATORE e non un produttore .
Ognuno di noi è originale e non è la copia di nessun altro.
Quando Dio ci ha creati, lo ha fatto prima della fondazione del mondo. Prima ha creato il nostro
spirito e poi ci ha formati nel grembo di nostra madre.
La nostra vera essenza è lo spirito . Siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio . Una
parte di Dio è in noi, Dio ci ha dato una parte della Sua immagine e della Sua somiglianza.
Siamo stati creati in modo perfetto, per questo le nostre aspettative devono essere altissime.
Senza aspettativa la nostra fede è morta. Aspettativa gioiosa , fiducia nel bene che si può
ricevere . L’aspettativa è anticipare qualcosa di bene che sta per arrivare. Dio è un Dio di
aspettativa, tutto è sotto il Suo controllo e noi dobbiamo imparare ad avere aspettative verso
Dio.
Anche se siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza, dobbiamo rivoluzionare la nostra
anima che è imperfetta, infatti spesso la nostra aspettativa decade perché non camminiamo per
lo spirito ma per l’anima.
La Bibbia dice che “Senza fede è impossibile piacere a Dio”.
Aspettativa (dall’ebraico) = Speranza= Fede
L’aspettativa è fede in azione.
Quando non abbiamo più aspettative è perchè la nostra fede sta venendo meno.
Tutto ciò che Dio fa, non lo fa per i nostri bisogni, ma per FEDE.
Solo se abbiamo fede Dio si muoverà .
Quando parliamo di aspettativa, parliamo di tempo.
Quando Dio ci fa una promessa, Lui ci parla in un tempo ma la realizzazione di ciò che Lui ci
dice, è per un altro tempo.
La nostra aspettativa non può venir meno se vogliamo vedere le nostre promesse realizzate.
Dio ha i suoi tempi. Non ha bisogno dei nostri tempi. Lui è sempre stato, Dio è l’Eterno e non ha
un tempo, Lui è colui che non ha un inizio né una fine.
Ognuno di noi è chiamato da Dio a camminare per fede.
Romani 1:16-17
“Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del
Giudeo prima e poi del Greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il
giusto vivrà mediante la fede.”
Se siamo giusti, l’unico modo per cui dobbiamo vivere è per fede. Il giusto vivrà per fede, colui
che non è giusto, di conseguenza, morirà. Quando parliamo di morte parliamo di separazione,
quando non camminiamo più per fede, ci separiamo dai tempi di Dio e dalla volontà del Padre.
Succede spesso che quando si riceve qualcosa, si smette di camminare per fede.
In questo modo abbassiamo le nostre difese, le nostre aspettative e non permettiamo a Dio di
farci vedere i miracoli che ha preparato per noi.
Salmo 130:5
“Io aspetto il SIGNORE, l’anima mia lo aspetta;
io spero nella sua parola.”
Lo spirito è in sintonia con Dio, è nei tempi di Dio, mentre l’anima fa fatica ad entrare nei Suoi
tempi.
Allora dobbiamo educarci a saper aspettare ciò che Dio ha promesso.

La speranza ebraica è diversa dalla nostra.
Quando un ebreo dice “io spero nel Signore” è perché sta solo aspettando l’occasione di vedere
miracoli nella sua vita. La speranza degli occidentali è vuota, è un “vediamo come andrà”.
Giacomo 5:7
“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto
prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione.”
Dovremmo avere la speranza del contadino. Nessun contadino semina senza aspettarsi nulla.
Quando abbiamo aspettative nel Signore è perché sappiamo che prima o poi germoglierà il
seme che abbiamo piantato con la nostra fede. Bisogna saper aspettare, con pazienza.
La prima caratteristica dell’amore è la pazienza.
Pazienza non significa rassegnazione ma avere aspettative verso ciò che il Signore farà .
L’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra PAZIENTANDO.
Tutto ciò che che di buono ci sarà nella nostra vita, deve ancora germogliare.
L’agricoltore ha aspettative verso un frutto che ancora non c’è ma che sta per arrivare.
Avere aspettative significa attendere un cambiamento che non deve avvenire per forza in un
futuro immediato, infatti, quando l’agricoltore semina, lo fa in una stagione ma raccoglie in
un’altra .
Dio sta facendo qualcosa dentro di noi che si vedrà in una prossima stagione.
Continuiamo ad alzare le aspettative verso di Lui, perché stiamo entrando in una stagione di
raccolta. Dobbiamo andare da una stagione ad un’altra e non accomodarci in una soltanto,
perché Dio vuole darci sempre qualcosa di nuovo, Dio vuole darci DI PIÙ .
Ecclesiaste 3: 1-9
“Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un
tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato, un tempo per
uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e
un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare, un tempo per gettar via pietre e un
tempo per raccoglierle, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; un tempo per
cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via, un tempo per
strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare; un tempo per amare e un
tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che profitto trae dalla sua fatica colui che lavora?”
Dobbiamo approfittare del tempo che Dio ci dà.
Se non raccogliamo in un determinato tempo, perderemo tutto e dovremo ritornare a seminare.
Dio ci dà sempre l’opportunità sia di seminare che di raccogliere, sta a noi allineare i nostri
tempi a quelli che Lui ci dà e raccogliere al momento giusto.
Molti perdono la salvezza eterna nonostante Dio crei sempre le opportunità per salvare
l’umanità.
Esaù, figlio di Giacobbe, perse un’occasione e perse la sua primogenitura. Non entrò nella
primogenitura perché non colse l’opportunità che suo padre gli aveva dato e con inganno
Giacobbe gliela soffiò. Esaù era fuori dai tempi di Dio.
Dobbiamo chiedere a Dio che ci dia discernimento dei suoi tempi .
Il re Saul perse il suo regno perché non si accorse che Dio lo stava facendo entrare in una
nuova stagione e con la sua disubbidienza non entrò a far parte di questa.
Avere aspettative significa avere fiducia e avere fiducia significa essere ubbidienti.
Se non agiamo con ubbidienza, ogni nostro gesto sarà vano. Se le nostre opere non
camminano in modo parallelo con quella che è la volontà di Dio, non sananno valse a nulla.

Il re Davide, in una stagione di guerra, decise di rimanere a riposo. In una stagione in cui tutti i
re uscivano in guerra, egli rimase sul suo letto e mandò gli altri al suo posto.
Il re Davide non si accorse che quella era una stagione di guerra perchè non stava camminando
insieme a Dio in quel momento, i suoi tempi non erano quelli del Padre. Ma quando c’è una
stagione di guerra non possiamo rimanere a riposare perchè il peccato busserà alla nostra
porta.
Davide si alzò di buon mattino, spalancò le finestre, vide una bellissima donna e sappiamo
come andò a finire. Ma se Davide fosse andato in guerra, avrebbe avuto l’opportunità di vedere
quella donna che rappresentava il peccato?
Quando non discerniamo i tempi, la nostra vista spirituale si offusca e non ci rendiamo più conto
dei tempi e delle stagioni.
Non possiamo vivere tutte le stagioni alla stessa maniera, non possiamo seminare quando è il
tempo di raccogliere, non possiamo indeteeggiare quando Dio ci chiama ad avanzare.
Approfittiamone altrimenti perderemo l’occasione di entrare in quella stagione o ritarderemo a
farlo.
Marco 5:25-34
“Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, e che molto aveva sofferto da molti medici e
aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata, avendo udito
parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: «Se riesco a toccare almeno le
sue vesti, sarò salva». In quell’istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere
guarita da quella malattia. Subito Gesù, conscio della potenza che era emanata da lui, voltatosi indietro
verso quella folla, disse: «Chi mi ha toccato le vesti?» I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi come la folla
ti si stringe attorno e dici: “Chi mi ha toccato?”» Ed egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto
questo. Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai
piedi e gli disse tutta la verità. Ma Gesù le disse: «Figliola, la tua fede ti ha salvata; va’ in pace e sii
guarita dal tuo male».”
Il numero 12 per un ebreo rappresenta il governo, il dominio, l’autorità manifestata.
Questa donna per 12 anni ha avuto un dominio sulla sua vita, una stagione in cui è stata
dominata, per 12 anni questa donna è stata succube di una malattia e i medici non sono riusciti
ad aiutarla perchè la scienza ha dei limiti ma Dio non ha nessun limite.
Questa donna sentì parlare di Gesù e presa dal coraggio e dalla sua fede, si avvicinò a Gesù e
toccataGli la veste, guarì immediatamente.
A Dio piacciono le persone decise come quella donna.
Non dubitiamo mai della Parola di Dio, tutte le parole che Dio ha pronunciato si adempiranno.
L’indecisione è dubbio nel cuore mentre la fede è certezza. Se siamo indecisi significa che non
abbiamo fede. L’indecisione ci fa entrare nel territorio dell’insicurezza. Quando l’indecisione
entra nel nostro cuore, diventa dubbio e quando dubitiamo nel nostro cuore, il dubbio diventa
peccato e ci porta ad essere insicuri e se noi siamo insicuri, Dio non potrà agire.
La decisione è una sentenza, non possiamo dire di essere decisi e vivere in modo
indeterminato.
Svuotiamo il nostro cuore dai dubbi e riempiamolo con la Parola di Dio.
Giacomo 1:6-8
“Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal
vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo
doppio, instabile in tutte le sue vie.”
Allontaniamo i dubbi e le incertezze e lasciamo spazio nel nostro cuore alle aspettative verso
Dio.