Worship Service 7.11.2021

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I 5 STEP DI ISRAELE E I 7 NEMICI DI ISRAELE

Pastore Heros Ingargiola

GIOSUE’ 4:19-20 Il popolo salì dal Giordano il decimo giorno del primo mese e si accampò a Ghilgal, all’estremità orientale di Gerico. 20 E Giosuè fece rizzare in Ghilgal le dodici pietre che essi avevano prese dal Giordano.

Il popolo d’Israele era uscito dal deserto, aveva passato il Giordano su terra asciutta ed era arrivato nella Terra Promessa. Quando Dio parla, Egli ha la prospettiva dell’eternità, perciò per Lui è già compiuto. Noi però abbiamo bisogno della pazienza per vedere le promesse realizzate nel tempo perfetto stabilito da Dio. Il primo posto in cui Israele arrivò fu la città di Ghilgal il cui nome significa “vituperio”. Fu qui che Giosuè eresse le dodici pietre prese dal Giordano come testimonianza.

GIOSUE’ 5:9-10 Allora il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi vi ho tolto di dosso l’infamia d’Egitto». E quel luogo fu chiamato Ghilgal, nome che dura fino ad oggi. 10 I figli d’Israele si accamparono a Ghilgal e, sulla sera del quattordicesimo giorno del mese, celebrarono la Pasqua nelle pianure di Gerico. 

Dio fa attraversare il Giordano a Israele nel tempo giusto; così anche a noi Egli ci farà entrare nella Terra Promessa al tempo giusto! Israele attraversò il Giordano il 10° giorno e festeggiò la Pasqua il 14° giorno: questo è profetico di Cristo! Significa quindi che Gesù è colui che ha permesso l’attraversamento del Giordano. Egli è la nostra Pasqua, Colui che ha già pagato affinché potessimo ereditare tutte le promesse del Regno! Israele era entrato in una terra nuova ma aveva bisogno di cambiare. Il Signore desidera che quando sperimentiamo la promessa cambiamo perché così vivremo nella benedizione. La Pasqua permise al popolo d’Israele di togliere il vituperio: abbiamo bisogno di Cristo per togliere il peccato dalla nostra vita!

2 CORINZI 3:18 E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito.

Abbiamo l’invito da parte del Padre di crescere ed entrare in nuovi territori! Appena il popolo d’Israele entrò nella Terra Promessa i loro nemici vennero a saperlo e il loro cuore si riempì di paura. Infatti quando entriamo in un territorio nuovo i nemici cercheranno di opporsi. Abbiamo quindi bisogno di comprendere come agire. Gesù ha pagato legalmente per l’adempimento delle promesse ma per vederle realizzate qui sulla terra dobbiamo conquistare quei territori. Israele dovette affrontare sette nemici. Dio avrebbe potuto in un soffio togliere tutti i nemici, ma voleva insegnare a Israele a dipendere da Lui.

ROMANI 1:17 poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».

La nostra fede può crescere! Dio desidera rivelare la Sua giustizia perché la rivelazione ci aiuta a crescere nella fede ma Egli rivela i segreti del Suo cuore a coloro che lo amano cioè a coloro che hanno intimità con Lui. Se cresceremo nell’intimità cresceremo nella rivelazione! Se cresceremo nella rivelazione cresceremo anche nell’identità. Infatti per poter entrare i nuovi territori abbiamo bisogno di una forza motrice, la forza dell’identità. Sapere chi siamo in Cristo ci farà comprendere dove andremo. Più comprenderemo la nostra identità più avremo la forza per soffrire per Cristo. Una delle parti della grazia che Dio ci ha dato è proprio quella di poter soffrire per Lui. Il diavolo cerca di deformare l’identità e di deviare la nostra attenzione dalla Terra Promessa, ma più saremo identificati più vinceremo: la radice della nostra vittoria è l’identità. Cristo fu tentato dal diavolo nell’identità subito dopo che nel Giordano il Padre aveva testimoniato che Gesù fosse Suo Figlio. 

FILIPPESI 1:27-30 Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, 28 per nulla spaventati dagli avversari. Questo per loro è una prova evidente di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio. 29 Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30 sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo.

Uniti siamo più forti, da soli siamo più vulnerabili! Una delle tattiche che satana usa è quella di isolare i fratelli e le sorelle. Ma beati coloro che stanno al centro del gregge perchè lì c’è protezione! Ci sono battaglie che da soli non possiamo vincere, abbiamo bisogno dei nostri fratelli e sorelle!

Spesso il nostro peggior nemico siamo proprio noi stessi, il nostro vecchio io. Ma poi ci sono anche nemici esterni sia nel naturale che nello spirituale. Ecco i 7 nemici che Israele ebbe, i quali per noi rappresentano nemici spirituali:

– i Cananei cioè lo spirito di avidità;

– gli Hittei ossia lo spirito della paura e del terrore;

– gli Hivvei che rappresentano lo spirito del compromesso mondano;

– i Perezei cioè lo spirito della deportazione e della schiavitù che vuole farci tornare a fare le stesse cose di prima;

– i Ghirgasei ossia il compromesso che porta all’apostasia e fuori dal proposito di Dio. Questo è legato allo spirito della menzogna e dell’errore;

– gli Amorei, che rappresentano lo spirito della diceria e della lamentela che porta a parlare senza edificazione;

– i Gebusei. Questo popolo era radicato a Gerusalemme al tempo di Davide e rappresentano l’intimidazione, lo scoraggiamento e la paura. Infatti questo spirito cerca di farci guardare indietro per non farci entrare nell’adorazione. 

Oltre a noi stessi e ai nemici spirituali a volte ci sono uomini mossi da satana per combatterci: dobbiamo essere avveduti!

FILIPPESI 1:29-30 Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30 sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo.

Se oggi stiamo credendo è per l’opera straordinaria della grazia di Dio. Non guardiamo mai gli altri dall’alto verso il basso perché Gesù non lo ha mai fatto! L’apostolo Paolo dovette lottare, infatti mentre scriveva la lettera ai Filippesi si trovava in carcere. La grazia che spinse Paolo a sopportare tutto ciò che sopportò fu la forza dell’identità. Maggiore sarà la nostra identità maggiore sarà il nostro grado di sopportazione. Gesù sapeva perfettamente chi fosse. L’identità è il grado di appartenenza. Chi sa di essere figlio sa a chi appartiene contrariamente agli orfani. Quando sappiamo di essere figli sappiamo di avere tutto quello che il Padre ha. L’identità viene formata in noi. La prima identità in cui dobbiamo crescere è quella in Cristo. Quando nasciamo in Cristo il Signore ci dà una nuova identità: non più schiavi ma re e sacerdoti in Cristo. È importante considerare che i figli non hanno bisogno di fare qualcosa per dimostrare di essere figli perché quello che fanno non determina ciò che sono. Molti credenti si identificano in ciò che fanno piuttosto che in ciò che sono: questo è lo spirito del sistema di questo mondo. Dio non ci ama per ciò che facciamo ma per ciò che Cristo ha fatto per noi! La seconda identità in cui dobbiamo crescere è quella della Chiesa universale.

ROMANI 12:4-5 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro.

Siamo nel Corpo di Cristo, non dobbiamo combattere tra di noi, i nemici non sono i nostri fratelli! La terza identità in cui dobbiamo crescere è l’identità nella chiesa locale. Infatti, il Signore ci ha posto in una chiesa locale, non possiamo cambiare Casa continuamente! Noi possiamo crescere se siamo nel Corpo e in una parte specifica del Corpo. 

GIOVANNI 13:13-14 Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.

Gesù rimise in ordine l’identità: non si identificò con ciò che faceva cioè il Maestro ma con ciò che è ossia il Signore. Gesù lavò i piedi pur rimanendo il Signore perché non si identificava con ciò che faceva. Non siamo ciò che facciamo, siamo molto di più, prima di qualsiasi cosa siamo Figli di Dio! Dio desidera fortificare la Sua identità in noi perché quando siamo coscienti di essere figli di Dio niente potrà vincerci! 

GIOSUÈ 5:1-15 Quando tutti i re degli Amorei che erano di là dal Giordano verso occidente e tutti i re dei Cananei che erano presso il mare udirono che il SIGNORE aveva prosciugato le acque del Giordano davanti ai figli d’Israele finché fossero passati, il loro cuore venne meno e non rimase più in loro alcun coraggio di fronte ai figli d’Israele. 2 In quel tempo il SIGNORE disse a Giosuè: «Fatti dei coltelli di pietra, e torna di nuovo a circoncidere i figli d’Israele». 3 E Giosuè si fece dei coltelli di pietra e circoncise i figli d’Israele sul colle d’Aralot. 4 Questo fu il motivo per cui li circoncise: tutti i maschi del popolo uscito dall’Egitto, cioè tutti gli uomini di guerra, erano morti nel deserto durante il viaggio dopo essere usciti dall’Egitto. 5 Tutto il popolo uscito dall’Egitto era circonciso, ma tutto il popolo nato nel deserto durante il viaggio, dopo l’uscita dall’Egitto, non era stato circonciso. 6 Infatti i figli d’Israele avevano camminato per quarant’anni nel deserto, finché tutta la nazione, cioè tutti gli uomini di guerra che erano usciti dall’Egitto, furono distrutti, perché non avevano ubbidito alla voce del SIGNORE. Il SIGNORE aveva loro giurato che non avrebbe fatto loro vedere il paese che aveva promesso con giuramento ai loro padri di dare a noi: paese dove scorrono il latte e il miele; 7 e sostituì a loro i loro figli. E questi Giosuè circoncise, perché erano incirconcisi, non essendo stati circoncisi durante il viaggio. 8 Quando tutta la nazione fu circoncisa, quelli rimasero al loro posto nell’accampamento, finché fossero guariti. 9 Allora il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi vi ho tolto di dosso l’infamia d’Egitto». E quel luogo fu chiamato Ghilgal, nome che dura fino ad oggi. 10 I figli d’Israele si accamparono a Ghilgal e, sulla sera del quattordicesimo giorno del mese, celebrarono la Pasqua nelle pianure di Gerico. 11 L’indomani della Pasqua, in quello stesso giorno, mangiarono i prodotti del paese: pani azzimi e grano arrostito. 12 E la manna cessò l’indomani del giorno in cui mangiarono i prodotti del paese; e i figli d’Israele non ebbero più manna, ma mangiarono, quell’anno stesso, il frutto del paese di Canaan. 13 Mentre Giosuè era presso Gerico, egli alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo in piedi che gli stava davanti, tenendo in mano la spada sguainata. Giosuè andò verso di lui, e gli disse: «Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?» 14 E quello rispose: «No, io sono il capo dell’esercito del SIGNORE; arrivo adesso». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?». 15 Il capo dell’esercito del SIGNORE disse a Giosuè: «Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è santo». E Giosuè fece così.

I nemici sanno quando stiamo avanzando e si preparano, ma noi non lasciamoci prendere dalla paura o dallo scoraggiamento! Dio diede nuove direttive a Israele: battaglie nuove, strategie nuove, vittorie nuove. Il primo step fu la circoncisione di tutto il popolo d’Israele. Infatti la generazione precedente era circoncisa ma poiché era stata incredula e ribelle morì nel deserto. Questo ci mostra che potremo anche essere nati di nuovo, ma se non saremo ubbidienti potremo fallire il piano di Dio per la nostra vita. La circoncisione è l’atto di scindere il prepuzio ed era il segno del Patto. Questa procedura ha lo scopo, nel naturale e così nello spirituale, di purificare e rendere fecondi: è figura profetica di quello che ha fatto Cristo con i nostri cuori! Questa generazione del popolo d’Israele non aveva ricevuto la circoncisione nel tempo perfetto a 8 giorni di vita quando più velocemente si rimarginano le ferite. Questo ci mostra che Dio desidera circoncidere sia i neonati sia coloro che sono più maturi spiritualmente. Infatti per noi la circoncisione è un atto di consacrazione.

GENESI 17:10 Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso.

In quella stagione, il Signore fece circoncidere tutta quella discendenza (Giosuè 5:7-9) perché non si può essere eredi del popolo di Dio senza entrare nel Patto di Dio. così è per noi nello spirituale: il nostro cuore deve essere circonciso in Cristo per ereditare le promesse. Dio ha comandato la circoncisione per far si che ognuno di loro diventasse puro e fecondo. Se non saremo puri di cuore non potremo vedere il Padre, ma è Cristo che ci rende puri, non ciò che facciamo! La circoncisione è anche figura della correzione. Dio fece circoncidere anche gli uomini maturi. Questa è una procedura dolorosa come la correzione e il cambiamento. Per questo motivo il Signore comandò il secondo step: rimanere fermi nell’accampamento. L’accampamento è la Chiesa: quando siamo sotto correzione non dobbiamo lasciare l’accampamento! Quando c’è la correzione alcuni entrano nel vittimismo, altri nella pigrizia. Non mettiamo da parte un dono che Dio ci ha dato solo perché non accettiamo una direttiva che ci viene data. Stiamo attenti alla testardaggine perché rischiamo di spezzarci: facciamoci modellare dal Signore. Dio ci corregge perché ci ha scelti come soldati ma in quel momento dobbiamo stare fermi e aspettare che la ferita della circoncisione nella nostra anima si rimargini.

Il terzo step fu l’accampamento a Ghilgal. Qui è dove Dio toglie con la circoncisione la nostra vergogna e la schiavitù: il Signore ci dà una nuova identità. Questo è il anche il luogo dove ci si prepara alla celebrazione della Pasqua. Entrare nella Terra Promessa significa anche prepararsi ad affrontare molte guerre: non è un luogo di relax! Infatti la Pasqua veniva celebrata con l’Agnello e le erbe amare. Quest’ultime sono simbolo delle sofferenze interiori per Cristo, le quali ci rendono più maturi. L’ultimo step finale è quello di imparare a stare davanti al Signore come Giosuè. Egli incontrò Gesù il Capitano dell’Esercito di Dio. Giosuè eseguì le direttive dell’Angelo perché in lui si era formata la giusta attitudine nei quarant’anni di servizio a Mosè. Quando siamo pronti a farci circoncidere, a riposare senza avere fretta, a celebrare la Pasqua, allora saremo pronti a incontrare l’Angelo di Dio, il quale viene per aiutarci a conquistare tutti i territori che il Signore ci mette davanti. Se l’Angelo di Dio non è con noi, non avanziamo ma piuttosto cerchiamo di comprendere in quale step ci troviamo!