Worship service 22.03.2020

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HAI UN POSTO IN PIU’ A CASA TUA?

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Genesi 3.8-10  Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino.9 Dio il SIGNORE chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?» 10 Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».

Dio ha creato i cieli e la terra ed ha anche dato all’uomo un habitat in cui stare, il giardino dell’Eden dove Adamo ed Eva dimoravano ed incontravano Dio faccia a faccia. Adamo ed Eva poi disubbidirono,  i loro occhi si aprirono e iniziarono a vedere il bene ed il male perché fino a quel momento conoscevano soltanto l’amore di Dio. Dopo avere peccato loro cercarono di nascondersi ma Dio era già sceso nel giardino per cercarli, questo ci fa comprendere che tante volte cerchiamo di fuggire e nasconderci ma è arrivato il tempo di andare davanti a Lui per ripristinare e ricostruire ciò che è stato distrutto a causa del peccato.

Luca 19.1- 10  Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. 5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo; 10 perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».

Dio è interessato ad essere invitato nelle nostre case, ad avere comunione con noi ed in questo episodio della scrittura leggiamo che Gesù infatti si autoinvitò a casa di Zaccheo. Gesù attraversò Gerico per incontrare Zaccheo e trasformare la sua vita. Un dettaglio interessante da analizzare è che la città di Gerico è sotto il livello del mare, sotto Gerusalemme che invece è posta in alto, e questo spiritualmente rappresenta la depressione, l’oppressione, la tristezza, l’essere chiusi in prigionia. Da questo possiamo comprendere che Gesù sta attraversando quella fase negativa della nostra vita per arrivare dritto al nostro cuore.

Zaccheo avendo sentito parlare di Gesù, salì su un albero perché lui era piccolo di statura ma la curiosità di conoscerlo lo portò a superare l’ostacolo della folla, questo ci fa capire che quando vogliamo arrivare a Gesù, troveremo tante persone che vorranno scoraggiarci e fermarci, proprio come la folla nell’episodio di Zaccheo. Gesù arriva sempre nel luogo giusto, al momento giusto e per la persona giusta!

Alcuni pregano il Signore ma non lo invitano a dimorare nella propria casa. In questo tempo di distretta è proprio il momento giusto per invitare il Signore nelle nostre case e farlo dimorare nella nostra famiglia. Il proposito di Dio è riportare l’uomo alla dimensione originale cioè quella della gloria. Gesù non deve essere un invitato, un ospite che viene in modo sporadico nelle nostre case ma deve essere colui che dimora nelle nostre case.

I religiosi e tutta la folla iniziarono a mormorare quando videro che Gesù stava andando a casa di Zaccheo perché lui era capo dei pubblicani cioè era un ebreo che lavorava a favore dei romani ed era cosciuto perché defraudava gli altri. Zaccheo appena vide Gesù, cioè la presenza di Dio stesso riconobbe la sua condizione, si pentì e Gesù gli disse che in quel momento la salvezza era entrata a casa sua. Quando la presenza di Dio arriva nella nostra casa possiamo notare che l’atmosfera cambia e la santità di Dio arriva cambiando ogni cosa. Gesù non guardò la condizione attuale in cui si trovava Zaccheo ma sapeva che aveva un appuntamento soprannaturale con lui e con la sua casa e quell’incontro produsse un’esperienza di conversione e salvezza in Zaccheo.

Gesù è venuto per cambiare il cuore delle persone e il suo desiderio è quello di salvare la nostra casa., dopo questo primo passo inizieranno a cambiare anche le nostre abitudini ed attitudini sbagliate. L’amore di Gesù cambiò la motivazione del cuore di Zaccheo e può farlo anche noi.

Come si riceve Gesù? È necessario invitarlo nella nostra vita, nella nostra casa.

Cosa vuole Gesù? Una relazione ed intimità con ciascuno di noi infatti Dio creò l’uomo proprio per questo. Inoltre Gesù desidera che viviamo nella gioia.

I Cronache 13.5-14 Davide dunque radunò tutto Israele, dal Sicor d’Egitto fino all’ingresso di Camat, per ricondurre l’arca di Dio da Chiriat-Iearim. 6 Davide, con tutto Israele, salì verso Baala, cioè verso Chiriat-Iearim, che appartiene a Giuda per trasferire di là l’arca di Dio, davanti alla quale è invocato il nome del SIGNORE, che siede su questa, fra i cherubini. 7 Posero l’arca di Dio sopra un carro nuovo, togliendola dalla casa di Abinadab; Uzza e Aio conducevano il carro. 8 Davide e tutto Israele facevano festa davanti a Dio, a tutta forza, cantando e suonando cetre, saltèri, timpani, cembali e trombe.9 Quando furono giunti all’aia di Chidon, Uzza stese la mano per reggere l’arca, perché i buoi la facevano inclinare. 10 L’ira del SIGNORE si accese contro Uzza, e il SIGNORE lo colpì per avere steso la mano sull’arca; e là Uzza morì davanti a Dio. 11 Davide si rattristò perché il SIGNORE aveva colpito Uzza con un tale castigo; e quel luogo è stato chiamato Perez-Uzza fino a oggi. 12 Davide in quel giorno, ebbe paura di Dio, e disse: «Come farò a portare a casa mia l’arca di Dio?» 13 Davide non ritirò l’arca presso di sé, nella città di Davide, ma la fece portare in casa di Obed-Edom di Gat. 14 L’arca di Dio rimase tre mesi presso la famiglia di Obed-Edom, in casa di lui; e il SIGNORE benedisse la casa di Obed-Edom e tutto quello che gli apparteneva.

Obed-Edom ricevette da Davide l’onore di ricevere l’arca del patto. L’arca di Dio rappresenta la presenza e la gloria di Dio in Israele. L’arca si trovava fuori Israele e Davide volle quindi riportarla lì ma il suo trasporto non avvenne come Dio lo aveva stabilito nella Sua Parola. Il carro venne portato da Uzza e da Aio, il nome Uzza significa forza mentre Aio significa amichevole. Dio è amore ma non possiamo avere uno spirito di familiarità con Dio e con la Sua presenza; le cose del Regno di Dio sono preziose. Uzza non ebbe una motivazione sbagliata ma non era il modo in cui Dio aveva stabilito e Davide stesso non pose attenzione al modo in cui Dio aveva stabilito che l’arca doveva essere trasportata. I modelli di Dio sono fondamentali se vogliamo che la presenza di Dio arrivi nella nostra vita, nella nostra casa, nella nostra famiglia. Altri riferimenti biblici possiamo leggerli in  Esodo 25.12-15 e in Numeri 4.15.

All’interno della chiesa ognuno svolge dei compiti specifici, con ruoli diversi. Permettiamo a Dio di darci le giuste direttive attraverso la Parola e attraverso le autorità. Zaccheo ubbidì a Gesù e questo fece la differenza nella sua vita. Dio aveva stabilito la famiglia di Oben- Edom ( facevano parte dei leviti)per portare l’arca. Il proposito di Dio era fare del bene ma quando si cammina in modo diverso da come Lui ci consiglia, allora arriva la correzione. Lasciamoci dare direttive da parte delle autorità. Davide ebbe paura di Dio, perché cadere nella paura quando possiamo vivere nella gioia? L’ubbidienza è fondamentale se vogliamo vivere nella benedizione come avvenne alla famiglia di Oben-Edom. Quando la Parola di Dio fu ubbidita, quando la santità di Dio fu onorata allora la benedizione arrivò. Dobbiamo mettere in ordine la nostra famiglia ed onorare Dio nella nostra casa. I sacerdoti, i padri, le autorità che sono stabiliti come re della propria casa devono dare direttive per mettere ordine e per onorare la santità di Dio. Il termine Obed-Edom significa: Obed- servo, Edom-rosso. Questo significa che la presenza di Dio non può essere trasporta se non c’è il sangue di Gesù nelle nostre vite.

Dio benedisse Oben-Edom e la sua casa e oggi la presenza di Dio vuole arrivare nella nostra vita e nella nostra famiglia se rispetteremo i Suoi modelli, le Sue direttive ed onoreremo la Sua Parola e la Sua santità, ciò permetterà alla benedizione di arrivare fino a noi.